Il Blog della UIL Polizia Locale di Parma


Un Blog per i cittadini che vogliono conoscere la realtà della Polizia Municipale di Parma. Un filo diretto tra noi e voi, senza filtri e senza intermediari.

lunedì 15 febbraio 2016

Lavoro quotidiano

La presenza degli operatori di Pm in Oltre Torrente,nonostante le gravi carenza strumentali e giuridiche di cui soffre la categoria, é silenziosa ed efficace.
Durante un normale servizio appiedato é stato rinvenuto un veicolo rubato con targa clonata di cui è stato disposto il sequestro.
Per ribadire una revisione dell' attuale normativa che regola il Corpo, le sigle sindacali hanno previsto un sit in a Montecitorio per il 23 Febbraio.

martedì 9 febbraio 2016

Mobilitazione Polizia Locale


Verbale Coordinamento Nazionale Polizia Locale In data 3 febbraio 2015 alle ore 10,00 in Roma, Via di Tor Fiorenza 35 si è riunito il Coordinamento Nazionale dalla P.L. con la presenza del Segretario Generale Giovanni Torluccio e del Segretario Nazionale Daniele Ilari. Ai lavori del Coordinamento hanno partecipato il Sottosegretario al Ministero dell’Interno on. Giampiero Bocci ed il Sen. Andrea Augello, componente della Commissione Affari Costituzionali del Senato. In premessa è intervenuto il Coordinatore Nazionale Castagnella Giuseppe in merito al ruolo e alle funzioni dei Coordinamenti professionali e anche in considerazione della presenza di Coord. Reg.li di recente nomina, ha richiamato lo spirito Statutario del Coordinamento e le procedure da seguire per un corretto funzionamento dell'Organismo. In tal senso è stata ribadita la sua funzione fondamentale di veicolo di trasmissione dalla base ai vertici e viceversa delle informazioni e rivendicazioni da analizzare e sviluppare, fermo restando le responsabilità e competenze Territoriali. I lavori hanno analizzato attraverso gli interventi di molti Coordinatori Regionali il momento di sofferenza della Categoria, derivante in parte dalla grave disattenzione di Governi, che si sono succeduti sul tema del riordino delle funzioni e dei compiti, a partire dalla mancanza delle tutele assicurative/previdenziali rispetto alle altre forze di Polizia Statali, dalla necessità di rivedere il quadro normativo e giuridico per uniformare su tutto il territorio nazionale le condizioni di lavoro della Polizia Locale, dalla mancanza di strumenti tecnico informatici, di accesso alle banche dati per finire con la necessità inderogabile del rinnovo del CCNL e del rilancio della contrattazione integrativa per reperire adeguate risorse. A quanto sopra si aggiunge da oltre un anno la gogna mediatica della quale, per colpa di pochi soggetti da cui come O.S. abbiamo sempre preso le distanze, la Categoria della PL è vittima. Questo clima di malessere e sofferenza diffusa tende a offuscare nella generalizzazione i Colleghi rispetto ai grandi e produttivi sforzi profusi dalla UILfpl. In tal senso il Segretario Generale Giovanni Torluccio ha evidenziato come la nostra organizzazione, a differenza di chi è avvezzo ai proclami trionfalistici, sia da sempre attiva nella tutela della categoria e nel cercare con pervicacia ed ostinazione soluzioni concrete ai problemi del settore, utilizzando tutti gli strumenti ed i mezzi necessari: iniziative vertenziali e legali, mobilitazione capillare sui territori, strumenti di denuncia delle gravi inadempienze delle Amministrazioni (vedi ultima ricerca scientifica su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro), senza dimenticare di attivare la giusta pressione sui rappresentanti del Governo, delle Istituzioni, del mondo delle Associazioni delle AA.LL., più in generale della “Politica” per trovare risposte e soluzioni ai problemi della categoria e del mondo del Lavoro. Un percorso arduo e complesso, come evidenziato anche dalla vicenda contrattuale, ma che indubbiamente dimostra come la UIL FPL sia divenuta un punto di riferimento a livello sindacale per l’intera Categoria. E’, quindi, indispensabile, continuare a metterci la faccia: la sola cosa che la nostra Organizzazione non può permettersi è restare a guardare. In tal senso il Segretario ha ribadito la necessità di convocare e riunire i Coordinamenti provinciali e regionali per rafforzare il ruolo dei Coordinamenti, come strumento dell’Organizzazione e veicolo di informazione sulle attività poste in essere e rafforzare sul territorio l’attività di proselitismo e fidelizzazione. E’ poi intervenuto il Sottosegretario Bocci. Il Sottosegretario ha ascoltato con interesse alcuni interventi ed ha ribadito l'impegno assunto a Riccione , per altro comprovato dai continui incontri promossi e favoriti con le Istituzioni Statali, unitamente alla Segreteria Nazionale, finalizzate alla reale soluzione di una discriminazione ormai inaccettabile attraverso il ripristino della Causa di Servizio, l'equo indennizzo e le tutele previdenziali conseguenti. Anche sul tema delle funzioni e della vicenda ,legata al DDL sicurezza il Sottosegretario si è assunto l’onere di attivare il tavolo di confronto trilaterale Ministero dell’Interno, Anci ed OO.SS. per affrontare in maniera razionale i temi nodali necessari a ridefinire compiti e funzioni degli appartenenti ai Corpi di Polizia Locale. Il Coordinamento è poi entrato nel merito delle iniziative, già annunciate, di mobilitazione della categoria che vedranno il loro primo momento nella manifestazione unitaria della Polizia Locale prevista a Roma in Piazza Montecitorio nella mattinata di martedì 23 febbraio p.v. Il 23 febbraio, infatti, in Roma, è stato organizzato un primo presidio a Montecitorio per denunciare le pesanti discriminazioni di cui sono oggetto gli appartenenti ai corpi di Polizia Locale, a partire dalla esclusione dai benefici legati al riconoscimento della causa di servizio e dell’equo indennizzo e dalla vicenda del bonus di 80 euro. Inoltre, la mobilitazione si articolerà in ulteriori iniziative territoriali nel mese di marzo, davanti alle Prefetture nell’ambito delle mobilitazioni a scacchiera previste a livello regionale, mettendo al centro delle rivendicazioni il rinnovo del CCNL e lo sblocco della contrattazione integrativa; il riconoscimento della specificità e peculiarità della Polizia locale; una nuova e più attuale legge quadro; il completo riconoscimento delle funzioni di P.G.; l’equiparazione assistenziale e previdenziale; la tutela e l’equità dei riconoscimenti economici e delle condizioni di lavoro. Insomma, Pari tutele e Pari diritti con le altre forze di Polizia ! Si è data, poi, ampia informazione e documentazione da trasmettere ai coordinatori territoriali provinciali nei prossimi imminenti coordinamenti regionali della PL in materia di polizze assicurative,di formazione e corsi di aggiornamento, attivati dalla UIL FPL in sinergia con Opes Formazione. Ha dato, poi, un ulteriore contributo ai lavori l' Avv. Fiammingo in riferimento ai servizi di tutela legale offerta ai nostri iscritti, fornendo chiarimenti sulla rivendicazione della Categoria per l'esclusione dei colleghi della P.L. dal contributo una tantum annuale di 80 euro mensili, previsti per le altre Forze di Polizia del Comparto Sicurezza, ipotizzando quale organismo di ricorso competente la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. I lavori sono proseguiti nel pomeriggio con la partecipazione del Sen. AUGELLO che ha ragguagliato i partecipanti sulle proposte di riforma della PL ed in particolare sulla recente norma, approvata all’interno della Legge di Stabilità della Regione Lazio. Tale norma dà mandato, attraverso uno specifico stanziamento di 300.000 euro e l’istituzione di un apposito capitolo di bilancio, alla Giunta regionale di stipulare una convenzione con INAIL per l’attivazione di una polizza integrativa sugli infortuni, riservata al personale della Polizia Locale della Regione Lazio. Seguiremo, in sinergia con il Senatore, gli sviluppi della vicenda come ulteriore elemento da poter sviluppare nei territori, una volta definita la vicenda con Inail. Viene proposta, infine, dal Cordinatore della Regione Liguria la realizzazione di una statua alle vittime del dovere della Polizia Locale, con l’approvazione del Coordinamento.

martedì 2 febbraio 2016

La Polizia Municipale nel limbo delle meraviglie!


Dopo il grave episodio di via Imbriani che lascia presumere un regolamento di conti legato al controllo dello spaccio, purtroppo l’ennesimo di una lunga lista, come i tanti furti in abitazione, le spaccate nei bar e negozi, i tanti, troppi, quartieri che dal tramonto all'alba diventato teatro di spaccio sfrontato, ecc., senza dimenticare le infiltrazioni della criminalità organizzata, si è acceso, giocoforza, il dibattito politico, e non solo, attorno al tema sicurezza.
A Parma, come in tutte le città italiane, sempre più spesso i cittadini si rivolgono alle amministrazioni locali, e sempre meno alle istituzioni nazionali, nel chiedere più sicurezza. Inoltre, ci si chiede, anche con dibattiti aperti, se il sentimento di insicurezza dei cittadini, e la conseguente domanda di sicurezza, sia dovuto più ad una sensazione/percezione alimentata da una concausa di elementi, ovvero sia dovuto ad un reale aumento di tutti quegli episodi illeciti e di microcriminalità configuranti veri e propri reati.
I tanti fatti criminali, così come riportato dalla cronache cittadine, lasciano pensare che, oltre alla aumentata percezione di insicurezza soggettiva, legata anche al mutare della società, forse un reale problema di sicurezza oggettiva c’è e andrebbe affrontato con misure incisive da parte del Governo.
Per quanto le Istituzioni, centrali e periferiche, tendano a smorzare la portata di tali episodi, criminalità diffusa (che, si badi bene, non significa forme di criminalità allarmanti per gravità dei singoli reati, quanto per diffusione sul territorio, persistenza e frequenza) e micro-criminalità sono ormai normale routine e non si può più nicchiare davanti a le legittime richieste di maggiori controlli, imputando al degrado ed alla inciviltà la paura di essere le prossime potenziali vittime, ma bisognerebbe piuttosto prendere atto della realtà e intervenire in merito.
La combinazione di fattori quali la congiuntura economica, il flusso migratorio in costante aumento, la gravissima carenza dell’intero sistema della giustizia e la mancanza totale della certezza della pena da un lato, e i continui tagli lineari al comparto sicurezza dall'altro, hanno contribuito ad aggravare pesantemente il quadro. Su quest’ultimo punto, il caso dell’Audi gialla con a bordo tre criminali che hanno tenuto in scacco il nord-est, risulta alquanto emblematico.
Altro aspetto da non sottovalutare riguarda i limiti legislativi che le autonomie locali oggi hanno.
Come sottolineato dall'assessore Casa e dal sindaco del comune di Noceto Fecci nelle loro lettere al Ministro Alfano, senza un intervento legislativo mirato e concreto, poco possono fare le Istituzioni locali per incidere sulla sicurezza e sulla percezione che il singolo cittadino e i gruppi sociali hanno di essa.
Rafforzare il potere delle amministrazioni locali, anche tramite un incremento del potere sindacale attraverso le ordinanze, unitamente allo scorporo delle voci di bilancio per le spese del settore sicurezza, ivi compresa la possibilità di rafforzare gli organici delle Polizie Locali, e ad un maggiore riconoscimento del ruolo svolto dalle Polizie Locali nel contrasto alla microcriminalità, “sempre più considerate di serie C dal Governo rispetto alle altre forze dell’ordine” –secondo il sindaco di Catania e Presidente del Consiglio nazionale Anci Enzo Bianco[1] - aiuterebbe a sgravare le forze di Polizia dello Stato (dal rilievo degli incidenti, al contrasto alla microcriminalità) ed a rafforzare quel sistema integrato di sicurezza che vede coinvolti più attori (dalle forze di polizia alle associazioni culturali, passando per le amministrazioni locali e i loro Corpi di polizia locale). Purtroppo, si constata l’opposta direzione intrapresa dall'attuale Governo se consideriamo le ultime disposizioni normative che incidono pesantemente e negativamente sulla gestione della P.L., come le leggi 190/2014 e 125/2015 che rendono impossibile qualsiasi assunzione di agenti di P.L. fino a totale esaurimento della graduatoria per il collocamento degli esuberi provinciali[2]. Da ciò consegue l’impossibilità per i Comandi di potenziare i servizi, soprattutto quelli notturni, a causa della grave carenza organica patita; negli ultimi 5/6 anni mediamente i Comandi, così come quello di Parma, hanno visto ridotte del 25-30% le risorse umane. Paradossalmente, di contro, per gli altri settori degli Enti, le assunzioni, nel rispetto del turn over, risultano essere possibili.
Allo stato attuale, Sindaci e amministratori locali pagano colpe spesso non loro. Ovviamente, a causa di un quadro normativo lacunoso e vetusto che disciplina la Polizia Locale (in seguito P.L.), a farne le spese e ad essere oggetto di pesanti critiche è anche quest’ultima, ritenuta diretta responsabile di mancati interventi dovuti a mancanza di volontà, se non addirittura codardia, ignorando il fatto che simili interventi esulano dalla volontà dei singoli agenti, i quali sono obbligati ad osservare le disposizioni di servizio e le direttive di indirizzo impartite dai rispettivi Comandi di appartenenza.
Con un quadro normativo che disciplina la P.L. vecchio di trent'anni[3], appare evidente l’impossibilità di rispondere con efficienza ed efficacia alle esigenze dei cittadini, mutate unitamente alla realtà sociale; ciò, nonostante l’innegabile apporto in termini di interventi e di obiettivi che negli anni, nel tentativo di tenere il passo, la Polizia Locale è stata chiamata a svolgere e perseguire.
Tale legge, a giudizio unanime lacunosa, vetusta e poco chiara, pur mutando la definizione da Vigili Urbani a Polizia Locale/Municipale, ha lasciato fuori dal comparto sicurezza la stessa P.L. senza neanche la previsione di un comparto separato all'interno degli Enti Locali. In termini di legge, un Ufficiale/Agente di P.L. è un dipendente dell’Ente investito della qualifica di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza, quest’ultima con funzioni ausiliarie. Nell'esercizio delle proprie funzioni, a seconda delle esigenze congiunturali, viene chiamato a svolgere le mansioni proprie degli appartenenti alle Forze di Polizia dello Stato pur essendo considerato dal Governo un impiegato semplice. A titolo esemplificativo, per far capire la grave disparità di trattamento rispetto agli uomini appartenenti alle forze di polizia, possiamo citare l’ennesimo schiaffo che l’attuale Governo ha riservato ai 60.000 operatori di P.L, ossia il bonus di € 80,00, di cui all’art. 1 comma 972 della legge di stabilità, in favore degli appartenenti alle Forze di Polizia dello Stato, ai Vigili del Fuoco, alle Capitanerie di Porto, alle Forze Armate, ai volontari della Croce Rossa, ecc., impegnati a vario titolo al potenziamento del controllo del territorio disposto a seguito degli attentati terroristici di Parigi, ma che vede esclusi proprio gli uomini e le donne della P.L. nonostante siano la prima Polizia di Prossimità in termini numerici. Ma non bisogna dimenticare che l’articolo 6 del Decreto Legge 201/2011-c.d. Salva Italia- ha tolto agli appartenenti alla P.L. gli istituti della causa di servizio, equo indennizzo e pensione privilegiata, per cui, se due agenti, uno della P.L e uno della Polizia di Stato, che come tutti gli appartenenti alle forze di Polizia dello Stato ha mantenuto la tutela di tali istituti, impegnati in uno dei tanti servizi congiunti, a causa di un evento violento connesso al servizio riportino infortunio uguale, l’agente di P.L. rimane scoperto da qualsiasi tutela, rischiando financo il licenziamento in caso di inidoneità alla mansione, l’agente della Polizia di Stato vedrebbe riconosciute tutte le sacrosante tutele. Tanti oneri e pochi o nessun onore.
Tale disparità, non riguarda solo la P.L. rispetto alle altre FF.OO., ma è altissima anche fra i vari Corpi e Comandi del territorio nazionale. Non si compie un azzardo nel momento in cui si definisce l’insieme normativo che disciplina la P.L. un assurdo giuridico che, di conseguenza, porta a diverse storture; una fra tutte è la spiccata diversificazione di trattamento, di dotazione strumentale e di formazione a secondo della Regione, Provincia o Città di appartenenza. Diversificazione che si manifesta anche, e soprattutto, nelle mansioni e nelle operatività dei vari Corpi. Per queste ragioni, vi sono Comandi organizzati e indirizzati dalle amministrazioni di riferimento al contrasto della microcriminalità, e anche a quei fenomeni criminali più importanti, con ottimi risultati in termini di interventi e operazioni (si pensi al Comando di P.L. Milano[4], ovvero al Comando di P.L. di Rimini che, con l’operazione denominata “Kebab Connection” durata mesi di indagine con appostamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche, ha eseguito 57 arresti, in ottemperanza all’ordine di custodia cautelare in carcere, e sequestrato vari quantitativi di droga e armi[5]), e Comandi organizzati e indirizzati a svolgere le mansioni prettamente amministrative espressamente previste dalla legge, privilegiando, magari, quelle attività sanzionatorie che, visti i continui tagli del Governo Centrale, male non fanno.
Questa diversificazione operativa è anche figlia della scarsa chiarezza della L. 65/86 cui prima si accennava e che, oltre alle problematiche fin qui enunciate, pone in capo alle amministrazioni locali  -a norma dell’art. 2 che recita testualmente:Il  sindaco  o  l'assessore  da  lui delegato, nell'esercizio delle funzioni  di  cui  al precedente articolo 1, impartisce le direttive, vigila  sull'espletamento  del  servizio  e  adotta  i  provvedimenti previsti dalle leggi e dai regolamenti”- un grandissimo potere di indirizzo sulle PP.LL., come è giusto che sia, ma che spesso e volentieri risulta essere una vera e propria ingerenza che finisce per ledere quel principio di autonomia operativa della P.L. previsto dalla legge. Così come le nomine dei Comandanti di Polizia Locale che spesso avvengono ex art. 110 TUEL e che vedono alla guida dei Corpi anche persone senza un solo giorno di sevizio in divisa della P.L. alle spalle. Inoltre, a riprova della scarsa chiarezza, basti pensare che per dissipare il dubbio sulla competenza materiale della qualifica di polizia giudiziaria attribuita agli Ufficiali/Agenti di P.L., è dovuta intervenire più volte la Cassazione che, con le varie sentenze in materia, ha chiarito la competenza piena per tutte le fattispecie di reato previste dal codice penale.
A conferma del fatto che la P.L è attore indispensabile nel garantire la sicurezza urbana e una civile convivenza, anche quando interviene in sostituzione, in appoggio o per sgravare (come per i rilievi degli incidenti) le forze di Polizia dello Stato, riportiamo sinteticamente gli ultimi dati Anci sull'attività delle Polizie Locali:
Nel solo 2014, grazie alla polizia locale, stando alle 161 grandi e medie città e ai corrispondenti 21.000.000 di italiani oggetto del rapporto, si sono prodotti servizi e sicurezza per 1.300 arresti, 211.000 indagini di polizia giudiziaria, 154.000 incidenti rilevati, 4.500 scuole oggetto di corsi di educazione stradale, 40.300 patenti e carte di circolazione sequestrate, 268.000 controlli ambientali e commerciali, 245.000 attività di pubblica sicurezza e sicurezza urbana […][6]”.
Leggendo tali dati, risulta ancor più incomprensibile la ritrosia dei vari Governi, e in misura ancora maggiore dell’attuale, a riformare questo settore aggiornando ai tempi odierni anche i compiti e le mansioni della P.L., prevedendo, altresì, la possibilità per gli Enti Locali di procedere con le dovute assunzioni atte a ricompensare le gravi carenze organiche.
Una riforma della legge 65/1986, legge quadro che disciplina la Polizia Locale, è quanto mai necessaria.
Se consideriamo che la P.L. non ha accesso alle banche dati CED del Ministero quali: SDI, AFIS, ecc., i dati sopra riportati acquistano una valenza ancora maggiore, lasciando presupporre che con una giusta valorizzazione della P.L. i risultati potrebbero essere ben maggiori. Il non poter accedere a tali banche dati, infatti, fa sì che alla P.L venga meno la possibilità di controllare i precedenti di una persona, venendo meno la possibilità di verificare se il soggetto che si sta controllando sia un pericoloso criminale, un evaso, un ricercato, ecc., o magari, più semplicemente, se si abbia a che fare con un soggetto in regime di custodia cautelare come gli arresti domiciliari o gli obblighi di dimora. O ancora, se a seguito di un incedente, i conducenti coinvolti abbiano o meno precedenti specifici per guida in stato di ebrezza o sotto l’effetto di stupefacenti. Si pensi alle indagine delegate dalla Magistratura condotte senza l’ausilio delle banche dati, oppure al semplice dato riguardante i controlli stradali (in gergo posti di blocco) effettuati nelle aree urbane che vedono la P.L. al primo posto, è facilmente immaginabile l’alta percentuale di casi in cui il soggetto con a carico pendenze, abbia ringraziato, salutato e ingranato la marcia verso nuove scorribande, però, magari ricevendo una qualche sanzione. Anche sostituti Procuratori si sono espressi in materia invocando l’accesso alle banche dati anche alla P.L.[7]
Se foste un imprenditore, fareste lavorare buona parte dei vostri lavoratori, in forma e produttivi, con gli occhi bendati e con gli strumenti di lavoro non utilizzabili perché sotto chiave?
Per tali logiche motivazioni, una riforma seria e radicale, non può che giovare al cittadino, infatti, tutte le persone interpellate e a cui è stato spiegato l’attuale ordinamento, si sono dichiarate favorevoli ad una riforma. Una riforma radicale è non più procrastinabile, anche per restituire dignità e tutele agli uomini e alle donne che vestono tale divisa, uomini e donne che troppo spesso sono state vittime, a livello nazionale, di campagne mediatiche prive di scrupoli che hanno messo maggiormente a rischio gli operatori.
Come accennato prima, la Polizia Locale non gode di nessuna tutela assistenziale riconosciuta alle altre forze di Polizia dello Stato. E se è innegabile l’impegno profuso dagli operatori di P.L. nel compartecipare alla sicurezza delle città, è altrettanto vero che non si può negare a quest’ultimi le tutele e le protezioni previste per gli appartenenti al comparto sicurezza. La P.L. risulta essere la terza divisa maggiormente aggredita[8], con centinaia di agenti che a seguito delle quali ha dovuto ricorrere alle cure mediche. Le aggressioni ormai si registrano ogni giorno. Sapere di dover contare su se stessi in caso di infortunio grave, perché la legge non ti riconosce più la causa di servizio, è davvero demoralizzante. A ciò si aggiunga anche la diversa posizione pensionistica. In estrema sintesi: pagati e riconosciuti come amministrativi ma usati come poliziotti.
Io speriamo che me la cavo (cit.)

venerdì 20 febbraio 2015

Programma Elettorale RSU 2015


           PROGRAMMA ELETTORALE


 

 





                  

 


 
Carissimi colleghi,
le prossime elezioni RSU sono, per alcuni candidati di questa lista, una nuova esperienza, per altri, una prosecuzione, qualora venisse rinnovata la fiducia, di una missione che ha come unico obiettivo il miglioramento delle condizioni di tutto il Corpo.
In questi ultimi tre anni, il Corpo ha visto un progressivo deterioramento delle condizioni lavorative e, soprattutto, economiche. Questo peggioramento, in larga misura è figlio delle normative statali succedutesi negli anni (Legge Brunetta, Spending Review, Blocco Contrattuale, Blocco del Turn Over, ecc.). D'altra parte, non si può certo negare che tale situazione risulta essere oltremodo aggravata dalle scelte operate dall'Amministrazione locale, scelte che elenchiamo:
  • il taglio di tutte le indennità già a decorrere dal mese di giugno 2012;
  • il taglio delle polizze assicurative per danni conducenti;
  • il taglio del fondo produttività dei dipendenti del comparto non dirigenti;
  • il taglio dei fondi destinati all'acquisto di strumenti, dotazioni, vestiario, attrezzature e mezzi;
  • la mancata convenzione con AUSER e mancata soluzione per la sorveglianza scolastica, causa di gravi problematiche nella gestione dei servizi;
  • le scelte organizzative e clima da caccia alle streghe che hanno reso sempre più insostenibile il clima lavorativo;
  • ma una su tutte rende chiaro il fatto che spesso la scelta è politica, non tecnica; tale è la scelta della rescissione contrattuale del riconoscimento della riduzione oraria (c.d. codice 35). Nonostante le varie relazioni presentate, dove si prova l'adempimento delle condizioni dettate dall'ARAN, il Comandante e l'Amministrazione non hanno desistito dal loro intento, infierendo ancora una volta.
Si potrebbe continuare con l'elenco, ma, per ragioni di sintesi, ci limitiamo a questo.
La domanda è d'obbligo: si poteva fare di più? Forse, ma è altrettanto vero che senza il grande impegno delle RSU elette appartenenti al Corpo, la disfatta sarebbe stata totale. Per dovere di informazione, riteniamo opportuno citare qualche piccolo risultato ottenuto.
  • In primo luogo, possiamo ricordare l'accordo raggiuto in sede di conciliazione in Prefettura il 24 novembre 2012, grazie ad una proposta presentata dalle RSU Meletti e Iuculano, che riguardava la conversione delle indennità sospese in progetti ex art. 208, equivalenti all'importo di € 166.000,00, tutt'ora stanziati per progettualità. Difficilmente, senza la dettagliata relazione proposta, la controversia si sarebbe risolta bonariamente.
  • Altra piccola vittoria è il riconoscimento dell'indennità di Ordine Pubblico per gli agenti impegnati nel servizio stadio o nei servizi congiunti c.d. "movida".
  • Ancora, è notizia di pochi giorni fa, dal primo gennaio 2015 è stata riattivata la clausola danni conducenti; ancora una volta, riteniamo questo risultato riconducibile all'impegno profuso dalle RSU che, con una costante azione di rivendicazione, ha costretto l'Amministrazione ad ottemperare ad una precisa prescrizione normativa.
  • Non possiamo non citare il doveroso riconoscimento, nel 2012, della pericolosità delle pattuglie singole; anche questo figlio delle rivendicazioni delle RSU elette. Fatti salvi pochissimi servizi, adesso, le pattuglie sono composte da almeno due agenti.
Siamo d'accordo con chi potrebbe obiettare che non è abbastanza, ma, credeteci, l'impegno è stato tanto e incondizionato, impegno che è costato tempo libero, denaro (pensate agli spostamenti dovuti all'attività), ecc., impegno profuso sempre rispettando la volontà dei colleghi e, soprattutto, con la massima serietà. Ciò denota l'importanza del voto, voto che, mai come adesso, è necessario indirizzare a candidati appartenenti al Corpo di seguito elencati:
  1. BONATI SILVIA     
  2. BIAGIONI CLAUDIO
  3. DEL GRANO MATTEO
  4. IUCULANO LUCA
  5. MARAMOTTI SARA
  6. PERINI DANIELA
Questi gli obbiettivi futuri che la UIL FPL ha individuato quali priorità per la categoria:
  • a livello nazionale, introdurre una contrattazione autonoma per il personale di Polizia Locale, in modo da dare ai colleghi adeguate risposte economiche e previdenziali per garantire un miglior servizio di "sicurezza" ai Cittadini ed una adeguata tutela agli operatori; attivando un percorso di monitoraggio, attraverso un questionario specifico sulla salute dei colleghi, per dimostrare la pericolosità del profilo e far valere in ogni sede, anche in quella giurisdizionale, la ormai inaccettabile differenza di tutele esistenti con le altre Polizie ad ordinamento Statale.
    Per le finalità del presente punto, la UIL ha istituito, a livello nazionale, una piattaforma autonoma della Polizia Locale all'interno della quale, i vari coordinatori regionali e provinciali, confluiscono informazioni e normative utili alle contrattazioni locali, ma anche proposte normative di modifica dell'attuale legge 65/86.

     
  • a livello locale, sarà nostra priorità portare avanti con convinzione la richiesta di attivazione dell'art. 208 previdenziale, il ripristino della riduzione oraria (cod. 35), l'attento controllo sull'osservanza, da parte datoriale, delle norme in materia di sicurezza sul lavoro, tema in buona parte trascurato negli ultimi anni, il mantenimento di una ferma posizione sulle materie riguardanti il salario accessorio e le varie istanze che, strada facendo, Voi colleghi inoltrerete.
Ricordiamo alcuni servizi totalmente gratuiti per gli iscritti:
  • Assistenza legale (civile e penale);
  • Copertura assicurativa con diaria da ricovero ospedaliero;
  • Copertura assicurativa sulla responsabilità civile da risarcimento per attività non dolose esercitate nell'ambito dell'attività professionale con copertura fino a 200.000 euro (aumentabile ad 1 milione di euro con integrazione);
  • Servizi di assistenza fiscale (CAF-UIL), di patronato (ITAL-UIL), di tutela consumatori (ADOC) e di locazione immobiliare (UNIAT).
Per tutte le informazioni, si può consultare il sito www.uilfpl.it.

  LA POLIZIA LOCALE IN SICUREZZA




 
Anche per i colleghi non iscritti, dal 5 febbraio è possibile partecipare al questionario sulla salute e
sicurezza nei luoghi di lavoro, specificamente studiato per gli operatori di Polizia Locale.
Basta andare sul sito www.uilfpl.it, cliccare sull'immagine sopra raffigurata e compilare il questionario su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
AIUTATECI AD AIUTARVI

 
Il segretario provinciale UIL FPL
Il Coordinatore provinciale Polizia Locale
Carla Schiappa
Luca Iuculano

domenica 25 gennaio 2015

SOLIDARIETA’ ALLA POLIZIA LOCALE DI CREMONA


Pubblichiamo il comunicato del collega Fabrizio Caiazza, in merito ai fatti di Cremona. Per chi non ne fosse al corrente, durante la manifestazione antifascista svoltasi il 24 Gennaio e organizzata per chiedere la chiusura di CasaPound, un gruppo di "vigliacchi delinquenti" ha assalito il Comando della Polizia Locale, causando numerosi danni che vanno anche oltre a quelli materiali.







Il Coordinamento Polizia Locale della UIL FPL Milano e Lombardia esprime solidarietà a tutti i colleghi di Cremona, vittime del vile assalto durante la manifestazione di ieri, 24 gennaio.
Aggressione che oltre ad aver messo a repentaglio la sicurezza degli operatori presenti, ha causato gravi danni alla struttura ed un principio d'incendio ha pregiudicato seriamente la custodia di atti di Polizia Giudiziaria, documenti, equipaggiamenti ed armi custoditi all’interno della struttura.
Questa è l'ennesima dimostrazione che delinquenti comuni o terroristi (Parigi ne è la triste dimostrazione) non fanno alcuna distinzione sul tipo di divisa indossata.
Distinzione che invece persiste ancora oggi, a causa della colpevole indifferenza delle Istituzioni, nei confronti degli operatori della Polizia Locale che svolgono nei fatti oltre che nelle competenze, un ruolo strategico per garantire la sicurezza dei cittadini in sinergia con le Forze dell’Ordine, con l'aggravante che tale situazione rende gli appartenenti alla categoria un bersaglio più vulnerabile, come dimostra sempre più spesso la cronaca quotidiana.
Tramite la nostra Segreteria Nazionale, invieremo domani stesso l’ennesima messa in mora al Governo Italiano che ignora da anni le richieste a tutela della categoria e come recentemente deliberato, adiremo anche la giurisdizione europea per ottenere a tutti i costi tale risultato.



Milano, 25.01.2015 











venerdì 23 gennaio 2015

La solita "dimenticanza"

Spiace constatare come, ancora una volta, il dirigente del comparto Polizia Municipale, Dott. Noè, puntino i fari sull'attività prettamente sanzionatoria della Polizia Locale di Parma. Come spiace apprendere che nessuno degli agenti (se non quelli comandati di servizio) era presente alla "festa" del Santo Patrono del Corpo.
La mancata presenza ad un appuntamento storicamente sentito e atteso, è da considerarsi un chiaro indicatore del malessere vissuto dagli uomini della Polizia Municipale. I motivi sono vari e tanti, e vanno ben oltre le vertenze con l’amministrazione ormai in atto, senza soluzione di continuità, da tre anni. Potremmo elencarli tutti, ma, per ragioni di sintesi, ci limitiamo a rilevare l’ennesima “dimenticanza” di tutte quelle attività proprie della Polizia Municipale, non senza porci le solite e mai soddisfatte domande: a chi giova omettere i dati? Perché i cittadini devono essere tenuti all'oscuro dell’impegno profuso dagli agenti della Municipale per contribuire ad una civile convivenza, per contribuire a migliorare la loro sicurezza, stradale e non, per contrastare quegli episodi di degrado urbano, per contrastare quei fenomeni di abusivismo commerciale, per assicurare la corrette applicazione delle normative in materia di edilizia, ecc.
Non un accenno, infatti, al grande e operoso lavoro di back office che giornalmente gli operatori svolgono. Ogni singolo atto, rilievo, sanzione, denuncia, ecc., redatto in strada, necessita di un certosino lavoro istruttorio e di ufficio; si pensi, banalmente, alle migliaia di ricorsi presentati ogni anno, ogni singolo ricorso necessita di una costituzione difensiva che viene condotta da lavoratori, lavoratori spesso invisibili, quando non tacciati di essere "imboscati", questo perché chi dovrebbe non ha mai pensato di fornire dati sul loro delicato lavoro, magari spiegandolo anche. 
Non si è fatto cenno nemmeno alle centinaia di pratiche di polizia giudiziaria portate avanti dagli agenti, pratiche che spesso sono direttamente coordinati dalla Procura di Parma. Reati che vanno dalla guida senza patente al furto, dalla ricettazione allo spaccio di sostanze stupefacenti. Così come i tantissimi sopralluoghi presso i cantieri edili, sopralluoghi che hanno permesso l’accertamento e la contestazione di varie violazioni che vanno dalla semplice violazione amministrativa ai ben più gravi reati di abusivismo edilizio.
Nonostante ieri il Comandante abbia comunicato i dati prettamente afferenti la sicurezza stradale, non ci pare sia stato fatto riferimento ai tantissimi casi riguardanti la circolazione di veicoli senza copertura assicurativa, così come non troviamo nessun richiamo al contrasto del falso documentale, anche in questo campo i dati dimostrerebbero grande impegno e professionalità.
Ma un dato su tutti dovrebbe far riflettere, quello riguardante l’attività del NAV (nucleo anti violenza) della S.O. Polizia Giudiziaria e Tutela Minori, recentemente insignito dall’ANCI con il “premio nazionale Sicurezza Urbana 2014” proprio per l’alta professionalità e per la notevole mole di indagini condotte.
Per rendere meglio l’idea, il NAV nell'ultimo periodo ha trattato oltre 300 pratiche con vittime soggetti deboli, donne e minori. Pratiche che vanno dall'accertamento di abbandono scolastico all'abuso sessuale, passando dai casi di stalking. Come è facile intuire, tematiche molto delicate e per le quali è richiesta una spiccata preparazione e professionalità.
Pare quasi che sia volontà dell'amministrazione dipingere gli agenti di Polizia Municipale come meri riscossori, quasi lasciando intendere quello, come unico ruolo.
Pensare di illustrare l'attività di un intero corpo, tralasciando queste operazioni è quantomeno bizzarro. Diventa meno strano, se visto con l'ottica di un'amministrazione che ha, quale priorità, l’aspetto sanzionatorio, con buona pace delle richieste, che sempre più spesso i cittadini avanzano, di avere maggiore sicurezza.
Noi siamo certi che Parma non rientri tra queste, vero?
Aspettiamo quindi fiduciosi un’integrazione da parte del dirigente a quanto dichiarato in occasione della festa di San Sebastiano, sarebbe anche cosa gradita che ricordasse la pesantissima carenza di organico di cui soffre il Corpo, carenza che, sopperita dal grande impegno profuso dagli agenti, non inficia i notevoli risultati comunque ottenuti.
Il Corpo di Polizia Municipale di Parma si dichiara a disposizione della cittadinanza, contiamo sul fatto che lo siano anche l'amministrazione e il suo dirigente.
Il coordinamento provinciale
Polizia Locale

UIL FPL

mercoledì 21 gennaio 2015

SAN SEBASTIANO AIUTAMI TU: IO NON SONO UN VIGLIACCO DI STATO!

Condividiamo con piacere l'articolo del Collega Fabrizio, già pubblicato sul Blog della Mobilitazione della Polizia Locale. Ormai non ci rimane che sperare in un miracolo...


"Per chi non lo sapesse, oltre ad essere il Santo Patrono di molti italici paesini (tra cui quello della mia mamma) è anche il Santo Protettore degli operatori della Polizia Locale e si celebra oggi, 20 gennaio.
Mentre molti colleghi proprio in questi minuti sono intenti a lucidare scarpe, cercano il cappello più pulito e la giacca meno lisa, provando a rendergli gli onori dovuti nel nostro strano paese continua a girare da ormai tre settimane su tutti i giornali e programmi televisivi di ogni genere un tweet del Presidente del Consiglio che dipinge tutti i miei colleghi come fannulloni ed assenteisti.
Perfino la Litizzetto, domenica su RAI 3 non ha resistito ed ha voluto ironizzare su tutti quei colleghi che nobilmente donano il sangue consentendo di salvare tante vite.
Arrovellandomi su cosa non sta girando nel senso giusto ho iniziato a ragionare e sono giunto a delle considerazioni che vorrei condividere con tutti quelli che avranno la pazienza di leggere queste righe: premesso che ormai è fuori di dubbio che non ci stiamo più ad essere i "gabellieri" delle amministrazioni locali, ricordo e nel contempo rivendico con forza le migliaia di operazioni che come categoria eseguiamo a tutela della cittadinanza come il contrasto dell'abusivismo commerciale che tanto danno provoca alla nostra economia, i furti nelle abitazioni o borseggi per le strade o sui mezzi pubblici, la tutela agli anziani vittime sempre più spesso di truffe, i sequestri di migliaia di documenti di circolazione e assicurativi falsi che minano i risarcimenti dei malcapitati automobilisti, solo per fare alcuni esempi.
Ma in questi giorni sugli sfondi degli studi televisivi e nei riquadri di approfondimento giornalistici troneggia continuamente questo maledetto 83% di ammalati a Roma, ma ottantatre percento di cosa? 
Ieri poi, ascoltando una trasmissione televisiva l'avvenente conduttrice dichiara che la quantità di sanzioni elevate sono aumentate negli ultimi dieci anni del 1000%.
A questo punto i dubbi nella mia testa aumentano perché i conti non tornano più e ripeto a me stesso: siamo fannulloni o lavoriamo tanto?
Ed aggiungo sempre a me stesso, ma le sanzioni le eleviamo a soggetti inesistenti e di fantasia o a persone reali che non hanno rispettato le regole?
In Italia purtroppo si vogliono le regole ed anche severe, purché valgano solo per gli altri.
E allora io non ci sto più perché a questo punto i politici decidano (con il mandato chiaro dei cittadini) e legiferino pure un salvacondotto che cancelli il codice della strada e gli altri regolamenti perché non è possibile essere additati come scansafatiche e corrotti da una parte e poi ogni anno i vari sindaci e assessori, fieri, snocciolino statistiche e numeri che sono in netto contrasto con il fenomeno dell'assenteismo.
Aggiungo che per quanto riguarda il personale della Polizia Locale di Milano, di cui mi onoro di far parte (ma le notizie che mi giungono da Roma sembrano essere più o meno in linea) ha il tasso più basso di assenteismo tra tutti i dipendenti comunali.
Come vedete cari colleghi e cittadini qui qualcuno sta mentendo ed anche sfacciatamente con il chiaro intento di alimentare sempre di più uno scontro "fra poveri" che consente ad una ristretta cerchia di persone di detenere il potere attraverso una regola millenaria e sempre valida.
Oggi è San Sebastiano, e purtroppo leggendo la sua storia sembra che la scelta sia davvero azzeccata visto che anche alla nostra categoria vengono inflitti i peggiori supplizi che immeritatamente subiamo quotidianamente.
A questo punto con grande umiltà, mi chiedo e vi chiedo su quale debba essere il nostro futuro e se ha davvero senso continuare così.
Per quale motivo dobbiamo essere il baluardo del rispetto delle regole in un paese che le vuole a gran voce purché siano valide solo per altri da una parte e le autorità statali che inseriscono queste norme sono poi subito pronte a scaricarti quando le applichi?
Ha senso continuare ad essere odiato dalla gente quando io, in qualità soggetto terzo privo di qualsiasi potere arbitrale, applico delle leggi dello Stato?
Colleghi a me sembra che una riflessione profonda e articolata vada fatta perché così non é più possibile continuare.
Non è giusto continuare a morire di tumore ai polmoni, se non ci ammazzano investiti da un SUV o una pallottola per tutelare una collettività che non vuole rispettare le regole di uno Stato che a sua volta non vuole essere giusto.
Come categoria da sempre abbiamo chiesto tutele (per poter a nostra volta tutelare) ed a mia memoria non mi risulta che abbiamo mai chiesto che ci venissero forniti più blocchetti o più penne, perché il nostro ruolo non è solo quello di sanzionare i veicoli in divieto, ma di tutelare gli onesti cittadini. 
Augurando un futuro migliore ai miei colleghi ed a tutti i cittadini, spero di ricevere presto un'idea che mi illumini e che tiri fuori tutta la mia categoria da questo girone dantesco che sta portando tutto il paese al baratro."


Fabrizio Caiazza